giovedì 21 marzo 2019

PERCHÈ IL GATTO FA LE FUSA?

Cosa sono le fusa?

Per fusa si intende una vibrazione profonda emessa dal gatto per manifestare un’emozione intensa. 
È un suono gutturale doppio, risultato sia dall’inspirazione che dall’espirazione. 
Si tratta di un mezzo comunicativo che ha un ruolo saliente per la vita del gatto. 
Il gatto comincia a fare le fusa a partire dal secondo giorno dalla nascita e continuerà per tutta la vita. 
Tramite queste vibrazioni avviene in pratica un interscambio in codice tra il gattino e la madre che lo sta allattando e se ne sta prendendo cura. 



Quando un gatto fa le fusa?

Il gattino fa le fusa per comunicare alla madre il suo benessere psico-fisico, la madre invece per trasmettergli sicurezza e tranquillità. 
Crescendo, il gatto utilizzerà questo mezzo comunicativo in molteplici occasioni e per interagire non solo con i suoi conspecifici, ma anche con le persone e talora
anche con altri animali di specie diversa con cui coabita. 
Le fusa rappresentano quindi una modalità comunicativa particolarmente importante sia per il suo significato sociale che per i meccanismi che consentono di emetterle. Il gatto, infatti, non fa le fusa solo per comunicare il suo benessere psico-fisico o il suo affetto, ma anche per manifestare il suo disagio psico-fisico.


A cosa servono le fusa?

Il gatto fa le fusa non solo quando viene accarezzato, spazzolato, allattato e curato, ma anche in tutte le situazioni di stress, di paura, quando soffre e ha dolore. 
Inoltre, secondo alcuni studiosi, il gatto farebbe le fusa non solo per comunicare il suo stato emotivo a una persona o a un altro animale, ma anche per il proprio benessere e questo giustificherebbe il motivo per cui vengono prodotte anche quando è da solo e specialmente quando è malato e soffre. 

Si parla di “healing mechanism”: un processo di autostimolazione che consentirebbe al gatto di auto-curarsi. 
Le fusa avrebbero proprietà curative e questo giustificherebbe la velocità di guarigione del gatto. 
Il gatto emette suoni con una frequenza dalle 25 alle 150 vibrazioni in un solo secondo. 
Le vibrazioni di bassa frequenza potrebbero stimolare l’attività osteoclastica e la rigenerazione del tessuto osseo in soggetti con fratture ossee, assumendo così particolare importanza nel recupero post traumatico delle fratture. 
Il gatto, in questo modo, riuscirebbe a stimolare la propria attività cerebrale durante la giornata e l’effetto ottenuto potrebbe essere legato al fenomeno fisico della risonanza e alle onde elettriche prodotte dal cervello del gatto. Le fusa emesse con frequenza costante di circa 25 vibrazioni al secondo (25 Hz), stimolando e potenziando l’attività cerebrale - specialmente la corteccia cerebrale, sintonizzano il cervello nella produzione di onde beta. 
Queste ultime sembra abbiano un effetto calmante sul gatto e favoriscano la produzione di endorfine. 
Questo spiegherebbe il motivo per cui il gatto ha la necessità di fare le fusa
sul tavolo mentre lo visitiamo. 


Nelle specie selvatiche invece le fusa si limitano principalmente agli
scambi interattivi che avvengono tra la madre e il neonato che allatta e di cui si prende cura.


Con quale frequenza e in quale occasione il gatto fa le fusa?

Dato che le fusa rappresentano uno dei tanti metodi utilizzati dal gatto per comunicare con il suo proprietario, sarà compito del Medico Veterinario comportamentalista valutare se tra il gatto e il suo proprietario c’è una buona relazione. 
Spesso, infatti, il gatto utilizza le fusa per richiamare l’attenzione del proprietario, oppure in caso di ansia o in situazioni stressanti, come un trasloco. 
Una volta escluse, tramite la visita comportamentale, possibili cause organiche di alterazioni comportamentali, il Comportamentalista analizzerà tutti i comportamenti centrifughi, centripeti e misti, lo sviluppo comportamentale, l’interazione sociale interspecifica e intraspecifica, l’acquisizione degli autocontrolli e l’attività ludica, per stabilire a cosa
possa essere correlata la continua emissione di fusa da parte del soggetto. 
Sarebbe preferibile effettuare una visita a domicilio, così sarà più facile per il Medico Veterinario valutare altri segnali corporei quali movimenti e postura della coda, occhi ed orecchie per comprendere lo stato emotivo reale del soggetto. 
Assolutamente, importante, valutare anche l’ambiente in cui vive l’animale per vedere se c’è
un buon arricchimento ambientale, così da poter, nel caso, intervenire in caso di necessità.


        La Settimana Veterinaria N° 1078 - dicembre 2018


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